Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Dichiarazione di Natale dei cristiani russi

11/01/2023 00:00

federazione russa

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Dichiarazione di Natale dei cristiani russi

Federazione russa

Federazione russa - 25 Dicembre 2022

La dichiarazione di Natale di un gruppo di cristiani russi. Un testo sorprendente perché inaspettato e unitario, nato dalla base, e nitidamente evangelico nel suo semplice richiamo a Cristo. Un gesto di grande valore e speranza.

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,12). «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse … Poiché ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre» (Is 9,1,4-6).

 

Vigilia di Natale. Per le vie grandi luminarie, ci prepariamo alla festa, compriamo regali, ci scaldiamo con un caffè caldo nel nostro bar preferito, facciamo piani per le vacanze. La vita di sempre. Scherziamo che sta per finire un altro anno difficile. Intanto, nel paese confinante, l’Ucraina c’è la guerra, scatenata dal nostro governo: gli abitanti sono rimasti senza luce, senza riscaldamento, molti senza la famiglia. Anche loro facevano piani per quest’anno, anche loro volevano far festa e anche loro credevano in un miracolo. Ma il nostro paese gli ha portato la guerra in casa, e adesso per loro scaldarsi un po’ e ricaricare il cellulare è già una festa.

 

Non si può tacere su quel che accade.
 

È un dolore intollerabile che in questi giorni festivi nelle città ucraine gli inni natalizi siano coperti dall’urlo delle sirene, e il cielo non si illumini per i fuochi d’artificio ma per i missili. Mentre noi qui festeggiamo, i nostri fratelli e sorelle in Ucraina continuano a soffrire e a morire per mano dei nostri compatrioti.

 

Per questo:

 

Noi cristiani russi appartenenti a varie confessioni: laici, pastori, insegnanti e sacerdoti, ci rivolgiamo a tutti i cristiani in Russia: ortodossi, protestanti e cattolici; ai sacerdoti, ai leader ecclesiastici, a comunità, organizzazioni, associazioni cristiane formali e informali, proponendo le seguenti tesi:

 

• Noi crediamo che Cristo ci invita ad amare tutti. Che i comandamenti divini «non uccidere» (Es 20,13), non vendicarti di chi ti ha fatto del male, «amate i vostri nemici» (Mt 5,39 e 44) non si possono ignorare ma si devono incarnare nella vita personale e della società.

 

• Riteniamo che l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina sia un delitto contro la legge divina, e che la sua cosiddetta «motivazione morale» contraddica la dottrina cristiana, avvelenata com’è dal desiderio di elevare se stessi a spese dell’altro, e in tal modo vincere il senso d’impotenza e disperazione. Noi siamo convinti che per un cristiano sia inaccettabile partecipare alla guerra dalla parte dell’aggressore.

 

• Riteniamo che i crimini, immaginari o reali, degli altri Stati non possano giustificare i crimini commessi dal nostro. Non siamo d’accordo che il patriottismo si debba esprimere nella dedizione cieca al governo e nell’amore non corrisposto verso lo Stato e il sovrano. Viceversa affermiamo che una delle massime espressioni di patriottismo consiste nel predicare il Vangelo al proprio popolo, e che un popolo che aspira alla prosperità debba innanzitutto rispettare i comandamenti divini, giacché nel Vangelo è detto: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33).

 

• Con grande amarezza prendiamo atto che la stragrande maggioranza delle comunità cristiane in Russia non ritiene necessario o importante alzare la propria voce a difesa degli innocenti e denunciare l’illegalità. Siamo inorriditi dal fatto che molti ministri delle Chiese e teologi, nel tentativo di giustificare l’invasione, distorcono il significato delle Sacre Scritture, e respingono come qualcosa di superfluo e irrilevante i precetti del discorso della montagna; piegano le parole di Cristo sull’amore (cfr: Gv 15,13) a giustificare la partecipazione alla guerra; propagandano l’etica veterotestamentaria (occhio per occhio, dente per dente), dimenticando che il Messia è già venuto e noi viviamo nel tempo del Nuovo Testamento.

 

• Sappiamo che il Signore ci esorta ad amare il prossimo, e siamo certi che per i cristiani in Russia il «prossimo» in questi giorni sono gli ucraini sofferenti, che Dio ci chiama a servire con la parola e le opere, attraverso la preghiera, l’intercessione e la solidarietà.

Invitiamo tutti i cristiani in Russia che vogliano essere operatori di pace ad assumersi i seguenti impegni, che anche noi ci assumiamo:

 

• Non ritirarsi nel proprio guscio. Affrontare i fatti che accadono seriamente e con grande responsabilità, giudicando gli eventi non dal punto di vista dei beni terreni, ma dell’insegnamento di Cristo.

 

• Pregare perché la guerra finisca. Implorare Dio che induca al pentimento i nostri concittadini, i responsabili statali ed ecclesiastici.

 

• Tenendo conto dei rischi connessi e della propria situazione, denunciare il male e sostenere il ritiro immediato delle truppe dall’Ucraina, nonché l’interruzione della guerra.

 

• Fare resistenza non violenta alla mobilitazione. Convincere parenti e conoscenti a non prendere parte a questa guerra in nessuna forma; aiutare coloro che si sottraggono al servizio militare.

 

• Offrire aiuto umanitario. Aiutare i profughi ucraini ovunque si trovino. Sostenere con ogni mezzo possibile chi è rimasto vittima di questa guerra.

 

Sappiamo che oggi in Russia prendere posizione contro la guerra fa paura. Si può essere denunciati come traditori, agenti stranieri, essere multati, finire in prigione. Sappiamo anche che in Russia, paese che si definisce cristiano, fare appello alla pace comporta multe e detenzione. Ma noi cristiani invitiamo a farlo per amore di Cristo e dei nostri vicini che stanno in Ucraina.

 

Come dice san Giovanni, «Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore» (1 Gv 4,18). Allora saremo dei veri cristiani.

 

Oggi il Signore è venuto nel mondo, come dice Giovanni «La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta» (Gv 1,5). Noi crediamo che la luce di Cristo trionferà anche sulle tenebre che hanno avvolto il nostro paese, che oggi semina morte, inimicizia e distruzione in Ucraina e in Russia. Crediamo che la luce di Cristo scaccerà dai cuori della gente l’odio e la rabbia, e trionferà l’Amore.

 

«E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate”» (Ap 21,1-4).