Il Blog di Enzo Bianchi

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​Fondatore della comunità di Bose

Commento al Compendio del Catechismo - 12

11/11/2012 00:00

ENZO BIANCHI

Riviste 2012,

Commento al Compendio del Catechismo - 12

Famiglia Cristiana

Pubblicato su: Famiglia cristiana - 11 novembre 2012


di ENZO BIANCHI


E proprio perché riconosce ciò che Dio ha fatto in lei, Maria scioglie il suo canto di ringraziamento, il Magnificat

Come pregava la Vergine Maria? 


La preghiera di Maria è caratterizzata dalla sua fede e dall’offerta generosa di tutto il suo essere a Dio. La Madre di Gesù è anche la Nuova Eva, la “Madre dei viventi”: essa prega Gesù, suo Figlio, per i bisogni degli uomini.

 

(Compendio del Catechismo n. 546) 

 

Esiste nel Vangelo una preghiera di Maria? 


Oltre all’intercessione di Maria a Cana di Galilea, il Vangelo ci consegna il Magnificat (Lc 1,46-55), che è il cantico della Madre di Dio e quello della chiesa, il grazie gioioso che sale dal cuore dei poveri perché la loro speranza è realizzata dal compimento delle promesse divine. 

 

(Compendio del Catechismo n. 547)  

 

“Colei che l’Onnipotente ha fatto ‘piena di grazia’ (Lc 1,28), risponde con l’offerta di tutto il proprio essere: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto’ (Lc 1,38). ‘Fiat’, è la preghiera cristiana: essere interamente per lui, dal momento che egli è interamente per noi” (CCC 2617).

 

Luca, che ama presentare Maria come donna di ascolto e di meditazione (cf. Lc 2,19.51), tratteggia in lei la figura del credente che arriva a discernere la sua chiamata alla luce della Parola di Dio contenuta nelle Scritture e dello Spirito santo. Quale donna di fede, di ascolto e di obbedienza, Maria si sottomette pienamente alla Parola e allo Spirito. Non a caso Elisabetta al momento della visitazione esclama: “Beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45). La grandezza di Maria sta tutta nella sua fede, ed essa è lodata per aver creduto al compimento della promessa di Dio, che dischiude orizzonti ben più grandi di quelli che potrebbe cogliere la creatura umana lasciata alle sue sole forze.

 

E proprio perché riconosce ciò che Dio ha fatto in lei, Maria scioglie il suo canto di ringraziamento, il Magnificat, un autentico mosaico di passi biblici: la Parola di Dio inviata su Maria compie il suo tragitto fino a tornare a Dio, in forma di benedizione e ringraziamento, dopo aver dato frutto (cf. Is 55,10-11). Maria inserisce la sua vicenda personale nella storia di salvezza condotta da Dio con il suo popolo e, con il Magnificat, tende un arco che, raggiungendo Abramo, il padre dei credenti, unifica tutta la storia di salvezza dalla promessa al compimento. Un compimento che certo trova un momento particolarmente significativo nella nascita del Messia Gesù, il Figlio di Dio, ma che significa anche il rilancio della promessa: perché la storia di salvezza guidata da Dio deve arrivare ad abbracciare “tutte le generazioni” (Lc 1,48) e la sua misericordia deve stendersi “di generazione in generazione” (Lc 1,50). Maria canta un evento di salvezza compiuto in lei, ma che attraverso di lei vuole raggiungere l’umanità tutta, mostrando una portata universale. Del resto, la salvezza o è universale o non è!

 

Riconoscendo e confessando l’azione di Dio in lei, Maria mostra che compito dei credenti, della chiesa, è di dare lode al Signore che opera meraviglie nella storia. Maria appare dunque come “modello e immagine della chiesa” (cf. Lumen Gentium 63.68): chiesa che svolge il suo ministero profetico innanzitutto discernendo e celebrando l’intervento di Dio nella storia a favore di tutta l’umanità.