Chi conosce l’Antico Testamento sa che i veri profeti non predicavano al popolo d’Israele soltanto con le parole, ma che a volte ricorrevano a gesti, a mimi, a silenzi, perché lo Spirito santo che li ispirava li spingeva in alcuni casi non a parlare ma a compiere dei segni che portavano in sé l’ambiguità, la possibilità di essere interpretati nello spazio della fede o semplicemente nello spazio del ragionamento umano. Quando Isaia si denuda e percorre Gerusalemme per chi crede, e dunque capisce, Isaia grida la vergogna di una città peccatrice, per chi non crede è fuori di sé, un pazzo che dà in escandescenze. Quando Geremia si mette un giogo da buoi sulle spalle e passeggia nella città santa per alcuni è diventato matto, per altri egli annuncia con forza che presto, anzi prestissimo, il giogo dei babilonesi sarà sul collo dei figli d’Israele. E così il giorno delle Palme, nella letizia che evoca l’entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, Papa Francesco che presiedeva la liturgia al momento tanto atteso ha fatto silenzio, è rimasto muto. Non era colto da malore, né gli mancava il fiato per leggerla, e neppure gli era impedito di farla leggere come aveva fatto altre volte. Ha scelto invece di fare silenzio: profeta che parla con il silenzio. Quasi nessuno l’ha capito, ma il Papa ha sentito che questo gesto si imponeva in una celebrazione del Re di Pace, Figlio di David e Messia umile e mite che entra nella città santa per portarle la pace. Una celebrazione che avvenga mentre infierisce la guerra tra Russia e Ucraina, mentre si scatena la terribile vendetta di Israele contro una popolazione inerme, senza terra, senza case, povera e affamata a Gaza, mentre cresce il desiderio di guerra da parte delle potenze occidentali... Papa Francesco è stato in silenzio: chi vuol capire capisca! E capirà se ha fede, perché sa che la profezia a volte è obbligata a gridare con il silenzio. Questa è una Pasqua che dovrebbe essere silenziosa per tutti.
Marco Prastaro, Dio dove sei finito? Inquietudini e interrogativi su una chiesa che diviene minoranza, San Paolo
Un libro intelligente, schietto e sincero, del vescovo di Asti.
Edgar Morin La fraternità, perché?, AVE
Meditazioni di un laico non credente sulla fraternità universale.
Umberto Curi, Parlare con Dio, Bollati-Boringhieri
Un collegamento tra filosofia e teologia.
Gaetano Piccolo, Non mi arrendo. Esercizi di coraggio con il profeta Elia, Edizioni Paoline
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La Rocca Quindicinale della Pro Civitate Christiana
Rivista ricca di riflessioni sulla vita cristiana e sulla vita del mondo.
Vita pastorale Mensile con contributi miei sulla vita delle chiese, senza cedere all’”ecclesialese”
Esodo (Trimestrale online)
Rivista nata dai fermenti postconciliari, vero laboratorio sui temi della giustizia e della pace
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Cosa vuol dire volere la luna. La politica puntoacapo
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Il Romano Osservatore, di Marco Politi, il miglior vaticanista in Italia